sabato 14 marzo 2009

Il figliol prodigo

Oggi il Vangelo ci mostra una delle parabole più belle: la parabola del figliol prodigo. Con molte parole, chi cerca di rendere testimonianza a Dio e al suo amore, prova a descrivere la misericordia di Dio e il suo amore anche per i peccatori. Gesù invece ce lo indica con una semplice parabola, che voglio ritrascrivere:

Allora egli disse loro questa parabola:
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E` tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.
Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.  Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». 

Questa parabola mostra con chiarezza e semplicità che se noi torniamo dal Padre, Egli non ci rifiuterà, non ci rimanderà indietro, perchè ci ama troppo per farlo. Nel mio stesso cuore vi confesso che dubito molte volte, ma poi mi ricordo che solo un Padre buono può avere tanta pazienza verso di me, che tendo a ribellarmi a Lui. Non pensate che io sia santo, anzi ogni giorno lotto il male che mi porto dentro. Dio solo sa, la fatica per poter reprimere il male, ma lo faccio con gioia perchè so che Lui non guarda i miei pensieri, ma il mio cuore. Ai nostri occhi tanto amore e perdono sembrano stupidi, ma in realtà denotano l'amore, con la a maiuscola.

Noi non siamo in grado di comprendere perchè ancora incapaci del vero amore. Noi siamo per lo più come il fratello maggiore, come i farisei che si scandalizzano nel vedere Gesù a cena con i peccatori; invidiosi e con rabbia nel cuore. Al posto loro penso che avrei reagito allo stesso modo proprio perchè non ho ancora la capacità di amare incondizionatamente il nostro Signore. Mi lascio ancora trasportare dai giudizi di questo mondo e mi dimentico che io non devo giudicare, ma comprendere ed amare. Ma non mi arrendo perchè so che un giorno ci riuscerò e comprenderò questo grande amore e lo stesso spero per tutti voi. Torniamo a Dio con il cuore pentito e saremo di nuovo accolti con gioia. Un saluto.

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