Questo titolo non è mia opera. Queste sono parole espresse da un militare della motovedetta italiana che ha riportato i cosiddetti immigrati clandestini, in Libia.
L'altro giorno ho voluto parlare di quest'atto perchè mi ha colpito molto; ma in questo breve lasso di tempo, mi sono accorto di una cosa che mi ha colpito ancora di più, ma in peggio. Il fatto è che sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) che la maggior parte dei cittadini italiani sia favorevole all'intercettazione e all'immediato rimpatrio di queste persone. Il che mi ha fatto venire in mente di chiedere a qualcuno il motivo di tale stato d'animo e opinione. La risposta è stata semplice, direi quasi scontata: denaro. Cioè non solo si pensa ad un uomo di colore come spacciatore, pedofilo, assassino, ladro eccc... Ma lo si rifiuta perchè si teme di dover pagare qualcosa e quindi di dover rimetterci di tasca propria. Al che mi sono alquanto stupito e non nascondo il mio più totale disappunto e sdegno. Ancora una volta, il dio denaro ha trionfato sul vero Dio e sui veri sentimenti. Nessuno ha pensato a quegli immigrati come persone, esseri umani; ma solo come un problema da eliminare.
"È l'ordine più infame che abbia mai eseguito. Non ci ho dormito, al solo pensiero di quei disgraziati", dice uno degli esecutori del "respingimento". "Dopo aver capito di essere stati riportati in Libia - aggiunge - ci urlavano: "Fratelli aiutateci". Ma non potevamo fare nulla, gli ordini erano quelli di accompagnarli in Libia e l'abbiamo fatto. Non racconterò ai miei figli quello che ho fatto, me ne vergogno".
Queste le parole del militare. Parole che dovrebbero far riflettere, dovrebbero in qualche modo aprire i cuori e la sensibilità degli italiani e non solo. Invece nessuno, e dico nessuno, ha fatto caso a queste parole. Nessuno ha pensato al tragico destino a cui quelle persone erano destinate ed infatti due donne sono morte lì, in Libia, sotto il caldo di un sole cocente. E il tutto nella completa indifferenza e nel completo silenzio di tutti. Io personalmente mi sento male a vedere solo la scena, ad immaginarmela. Vedere mamme e bambini chiedere a gran voce il mio aiuto e dover rispondere loro di essere impotente, mi farebbe star male in una maniera pazzesca. Ecco perchè mi ha colpito quel marinaio. Perchè so che dice il vero; riesco ad immedesimarmi nei suoi panni.
Anche se non sono stato io a respingerli e come se mi sentissi colpevole; colpevole di non aver potuto far nulla per aiutare fratelli di Cristo. Mi vengono in mente le parole del Signore gesù quando diceva che ognuna di quelle cose fatte ai suoi fratelli più piccoli equivaleva farle a Lui direttamente. Ecco, è come se noi avessimo respinto un richiamo di Gesù negandogli rifugio, aiuto, cibo e acqua. E ripeto, ho il cuore pieno di sdegno per questo momento. Io ho aperto questo spazio per trasmettere la parola di Dio così come io l'ho ricevuta per grazia divina. Ma quando vedo la rigidità umana, un cuore inesistente, un dio denaro che prevale sempre di più, mi scoraggio e comincio a pensare: perchè aiutarli. perchè sprecare tempo e energie se loro non vogliono sentire. e nel frattempo penso anche: perchè Signore ci aiuti. perchè sei morto per un popolo che ti deride e ti disconosce. Perchè sei venuto a salvare chi si vergogna di te?
Nonostante questi dubbi, la risposta che mi viene è sempre e solo una: amore. Gesù ha fatto tutto per amore e lo stesso cercherò di fare io, nonostante l'uomo odierno mi scoraggi e mi indebolisca. L'unica speranza è che Gesù apra uno spiraglio nei cuori delle persone che si rendano conto che il comandamento più grande donatoci da Gesù è: "Ama il prossimo come te stesso". Possiamo dire aver amato quegli immigrati, quei prossimi come noi stessi? A voi l'ardua sentenza
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