Oggi, 4 ottobre, si celebra, o meglio si ricorda uno dei servi di Dio più amati e ricordati per la devozione verso Gesù e il Vangelo. Io penso che nessuno di noi abbia mia amato il Vangelo come San Francesco perchè quest'ultimo è arrivato ad incarnarlo nella sua persona. Egli realmente cedette tutti i suoi averi e seguì Gesù nella Sua Passione. Chi di noi può dire di aver fatto lo stesso o di essere davvero disposti a rinunciare a tutto per Lui?
Francesco è un uomo straordinario perchè amava davvero tutto di Dio, specie il Creato. Oh che lodi pronunciava sul creato! Davvero incredibile era il suo amore incondizionato verso tutto e tutti. E dire che c'è ancora chi si ostina a non credere a Dio: come si può dubitare della Sua esistenza, se al mondo nascono uomini come Francesco? Quale uomo avrebbe lasciato tutto in nome del nulla? Nessuno. Francesco ci ha dimostrato di quanto grande è l'amore che Gesù può riversare dentro di noi se solo noi glielo permettiamo. Ci ha anche indicato come vivere il Vangelo realmente: noi non possiamo dire di credere e poi disattendere proprio le Parole di Gesù. CI tenevo a dire anche io due parole su Francesco, ma ora lascio la parola a chi ne sa sicuramente più di me. Il seguito, infatti, è uno scritto pubblicato dal Gruppo della Regina degli Ultimi Tempi. Io ora vi lascio, facendo gli auguri a tutti i Francesco e augurando tutti voi una buona e sana lettura. Al termine troverete un video splendido sulle meraviglie del Creato sulle note della splendida preghiera di San Francesco.
San Francesco d'Assisi
Patrono d'Italia (festa)
F |
rancesco d'Assisi è il personaggio più celebre di tutta l'agiografia cristiana del medioevo e non solo: noto, ammirato ed amato in tutto il mondo, anche in ambienti assai lontani dalla Chiesa cattolica, dalla stessa cultura cristiana e occidentale: per esempio nel lontano Oriente.
A lui si sono ispirati letterati di tutte le tendenze, artisti di tutte le scuole, storici di qualsiasi impostazione; uomini politici e addirittura rivoluzionari, che hanno visto in lui un apostolo della contestazione non violenta e un precursore dell'opposizione contro il materialismo e il consumismo.
Francesco, «il poverello di Assisi», in effetti era figlio di ricchi, nacque ad Assisi nei primi del 1182 da Pietro Bernardone dei Moriconi e dalla nobile Giovanna Bourlemont detta «la Pica», in una famiglia della borghesia emergente della città di Assisi, che, grazie all'attività commerciale, aveva raggiunto ricchezza e benessere.In omaggio alla nascita di Gesù, la religiosissima madonna Pica, volle partorire il bambino in una stalla improvvisata al pianterreno della casa paterna e, in assenza del marito Pietro, impegnato in un viaggio di affari in Provenza (F), lo battezzò con il nome di Giovanni, in onore del Battista; ma ritornato il padre, questi volle aggiungergli il nome di Francesco che prevarrà poi sul primo.
Dopo la scuola presso i canonici della cattedrale, che si teneva nella chiesa di San Giorgio (dove, a partire dal 1257, venne costruita l'attuale basilica di Santa Chiara), a 14 anni Francesco si dedicò a pieno titolo all'attività del commercio.
Condusse da giovane una vita spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a mutare radicalmente lo stile di vita: tornato ad Assisi nel 1205, Francesco si dedicò infatti ad opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina, dopo aver avuto una visione di san Damiano d'Assisi che gli ordinava di restaurare la chiesa a lui dedicata.
Il padre di Francesco, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per le sue cospicue offerte, lo diseredò; Francesco si spogliò allora dei suoi ricchi abiti dinanzi al vescovo di Assisi, eletto da Francesco arbitro della loro controversia. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei poveri e dei lebbrosi nei boschi del monte Subasio.
Nella cappella di Santa Maria degli Angeli, nel 1208, un giorno, durante la Messa, ricevette l'invito a uscire nel mondo e, secondo il testo del Vangelo di Matteo (10,5-14), a privarsi di tutto per fare del bene ovunque. Tornato ad Assisi l'anno stesso, Francesco iniziò la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che divennero i primi confratelli del suo ordine (poi denominato primo ordine) ed elessero Francesco loro superiore, scegliendo la loro prima sede nella chiesetta della Porziuncola.
Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto da Pp Innocenzo III; nel 1212 anche Chiara d'Assisi prese l'abito monastico, istituendo il secondo ordine francescano, detto delle Clarisse. Intorno al 1212, dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco partì per la Terra Santa, ma un naufragio lo costrinse a tornare, ed altri problemi gli impedirono di diffondere la sua opera missionaria in Spagna, dove intendeva fare proseliti tra i mori.
Nel 1219 si recò in Egitto, dove predicò davanti al sultano, senza però riuscire a convertirlo, poi si recò in Terra Santa, rimanendovi fino al 1220; al suo ritorno, trovò dissenso tra i frati e si dimise dall'incarico di superiore, dedicandosi a quello che sarebbe stato il terzo ordine dei francescani, i terziari.
Ritiratosi sul monte della Verna nel settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, ricevette le stigmate, i segni della crocifissione, sul cui aspetto, tuttavia, le fonti non concordano.
Francesco venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale, che non indebolì tuttavia quell'amore per Dio e per la creazione espresso nel Cantico di frate Sole, probabilmente composto ad Assisi nel 1225; in esso il Sole e la natura sono lodati come fratelli e sorelle, ed è contenuto l'episodio in cui il santo predica agli uccelli.
Nel settembre 1226 Francesco si trovava ad Assisi, nel palazzo del vescovo, dove era stato portato per essere meglio curato. Egli, però, chiese ed ottenne di voler morire nel suo “luogo santo” preferito: la Porziuncola. Qui «sora nostra Morte corporale» lo colse, in serena letizia, all'età di 44 anni, la sera del 3 ottobre 1226.
Il suo corpo, dopo aver attraversato Assisi ed essere stato portato perfino in San Damiano, per essere mostrato un'ultima volta a Chiara ed alle sue consorelle, venne sepolto nella chiesa di San Giorgio. Da qui la sua salma venne trasferita nell'attuale basilica nel 1230 (quattro anni dopo la sua morte, due anni dopo la canonizzazione).
Nel suo Testamento scritto poco prima di morire, Francesco annotò: «Nessuno mi insegnava quel che io dovevo fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo il Santo Vangelo». E Francesco, avendo messo in chiara luce con la sua vita i principi universali del Vangelo, con una semplicità e amabilità stupefacenti, senza imporre mai nulla a nessuno, ebbe un influsso straordinario, che dura tuttora, non solo nel mondo cristiano ma anche al di fuori di esso.
Il 16 luglio 1228, a meno di due anni dalla sua morte, Francesco venne canonizzato da papa Gregorio IX.
Il 4 ottobre viene celebrata la memoria liturgica in tutta la chiesa cattolica; festa in Italia; solennità per la Famiglia francescana.
L'Ordine francescano comprende anche il ramo femminile, le Clarisse e il Terz'Ordine dei laici o Terziari francescani, fondati dallo stesso s. Francesco nel 1221, per raccogliere i numerosi seguaci già sposati e di ogni ordine sociale. L'Ordine, ai cui membri dei diversi rami, Leone XIII nel 1897, ingiunse di prendere il nome comune di Frati Minori, è tra i più importanti della Chiesa. Oltre alle pratiche religiose e ascetiche, essi furono e sono dediti alla predicazione, ad un apostolato di tipo sociale in luoghi di cura, e soprattutto all'opera missionaria.
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